Una cultura orientata alle persone può fare la differenza tra un’azienda di successo e una che non lo è. Il modello tradizionale, dove la produttività era il risultato di un rigido sistema gerarchico, non c’è più. Così come l’idea di ripagare la fedeltà di un dipendente con un impiego permanente. Ciò che motiva veramente i dipendenti e ciò che guida il business nel 21° secolo è una cultura orientata alle persone.
Nelle parole di Shannon William Hurn, un giocatore di football australiano e capitano dei West Coast Eagles, “la cultura è ciò che si fa quando la gente non sta guardando”. In altre parole, la cultura aziendale è definita dal comportamento degli impiegati quando non sono sotto la supervisione diretta e quando agiscono secondo il loro istinto basato sui valori.
Creare una cultura aziendale implica la selezione di una serie di valori che definiscono sia l’azienda stessa, sia i prodotti che rappresenta. Come leader, dovrete incoraggiare questi valori nei comportamenti quotidiani dei vostri dipendenti.
Cos’è una cultura orientata alle persone?
Un elemento che sembra riapparire in molti lavori e un requisito dell’economia di oggi è l’empatia. L’empatia permette a una persona di mettersi nei panni di qualcun altro, permettendo di capire e anticipare la situazione dell’altro. Molti leader delle risorse umane hanno già questa abilità, che lo sappiano o no. Anche altri in posizioni di leadership, come il design del prodotto, possono beneficiare di un po’ di empatia. Possono, per esempio, anticipare come gli utenti finali reagiranno e si sentiranno riguardo al nuovo prodotto che hanno in mano.
In ogni caso, l’empatia sul posto di lavoro è solo un passo per raggiungere una cultura orientata alle persone. Altre due forze trainanti sono la lode e il riconoscimento. Il 59% dei dipendenti oggi vede questi due elementi come motivanti quasi quanto un bonus di stipendio.
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E’ per questa ragione che ringraziare può avere un tale potenziale sul posto di lavoro. Se usato correttamente, può aiutare a identificare i comportamenti giusti. Ringraziare è un feedback, perché dice all’impiegato che è sulla strada giusta. Può anche essere usato come una sorta di rompighiaccio, rendendo più facile superare le barriere sociali o emotive. Ultimo ma non meno importante, dare e ricevere ringraziamenti creerà fiducia, sia orizzontalmente che verticalmente.
Infine, dare e ricevere ringraziamenti creerà fiducia, sia orizzontalmente che verticalmente.
Un ambiente di lavoro positivo
Un altro elemento per raggiungere una cultura orientata alle persone è la positività. La positività è un grande strumento di successo. Da un lato, permetterà ai leader di utilizzare gli strumenti menzionati sopra in caso di vittoria aziendale. Mentre dall’altro lato, la positività aiuterà un’azienda a imparare dai suoi errori, in caso di perdita.
Questo tipo di etica del lavoro ispirerà i dipendenti a fare meglio, a sperimentare di più, e a sentirsi più incoraggiati a condividere le loro idee con colleghi e superiori. Non c’è vergogna nel fallimento, dopo tutto, ma c’è vergogna nel cercare di nasconderlo. E un ambiente di lavoro positivo farà in modo che questo non accada.
Ciò che si dovrebbe anche provare a portare nel mix sono l’autenticità e la trasparenza. Ciò che significa è permettere la comunicazione sul posto di lavoro e assicurarsi che tutti (il CEO incluso) seguano questa cultura orientata alle persone.
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Focalizzarsi sugli elementi giusti crea una cultura orientata alle persone
Con l’attenzione su questi elementi qui presentati, cioè empatia, lode, riconoscimento e positività, creerete una cultura aziendale che si concentra sul personale. E come tutti noi sappiamo, un’azienda è buona solo quanto i suoi dipendenti.
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