I draghi attirano la nostra attenzione perché, oltre ad essere potenti oltre ogni immaginazione, queste creature mozzafiato rappresentano la libertà e il caos in egual misura.
Popolare nei tempi moderni, la storia dei draghi in realtà va molto indietro! Per millenni, le culture hanno venerato e temuto i draghi. Sono un punto fermo nelle culture dell’Asia orientale e sono importanti anche nella mitologia europea. Anche le civiltà antiche come quella egiziana e babilonese tenevano il drago in grande considerazione.
Le rappresentazioni mediorientali dei draghi li dipingevano come enormi creature dal potere terrificante e dalla natura imprevedibile. Il drago era un simbolo di Marduk, il dio supremo e guardiano di Babilonia e della religione assira. Era solitamente raffigurato con “la testa e la coda di un serpente, il corpo e le zampe anteriori di un leone e quelle posteriori di un falco, e una lingua biforcuta”
Nell’antico Egitto, gli dei draghi erano forze estremamente potenti e distruttive, solitamente raffigurati come serpenti. Alcuni, come Apep il serpente marino e Denwen il serpente di fuoco erano terrificanti e venivano contrastati dal dio del sole Ra e dal re egizio, mentre altri erano forze di energia protettiva, come Wadjet il serpente guardiano. L’Ouroboros, il serpente raffigurato con la coda in bocca, era un simbolo di rinnovamento ed eternità. L’Uraeus era un simbolo di autorità suprema e veniva indossato nel copricapo reale egiziano.
Il mitico re di Babilonia, Azhi Dahaka era un drago con “tre teste, sei occhi e tre paia di zanne”. Ci sono molte versioni diverse della storia di questo drago, ma col tempo è stato associato al male ed è considerato un servitore delle tenebre. Fu ucciso dall’eroe persiano Feridun, che lo imprigionò nel monte Demavend, dando così inizio ai racconti eroici di guerrieri coraggiosi che uccidono i draghi!