Perché Leonardo da Vinci scriveva al contrario? Uno sguardo alla “scrittura a specchio” dell’ultimo uomo del Rinascimento

Come esempio lampante dell’ideale di “uomo del Rinascimento”, Leonardo da Vinci ha accumulato un numero non indifferente di successi nella sua vita. Aveva anche le sue eccentricità, e si cimentò in una serie di esperimenti che potrebbero sembrare un po’ strani anche ai suoi ammiratori di oggi. Nel caso di una pratica che alla fine padroneggiò e con la quale rimase, si cimentò in un senso più letterale del solito: Leonardo, le prove lo dimostrano chiaramente, aveva l’abitudine di scrivere al contrario, iniziando dal lato destro della pagina e spostandosi verso sinistra.

“Solo quando scriveva qualcosa destinato ad altre persone, scriveva nella direzione normale”, dice il Museo della Scienza. Perché scriveva al contrario? Questa rimane una delle tante domande finora irrisolvibili sulla straordinaria vita di Leonardo, ma “un’idea è che potrebbe avergli tenuto le mani pulite”. Persone che erano contemporanee di Leonardo hanno lasciato testimonianze di averlo visto scrivere e dipingere con la mano sinistra. Ha anche fatto degli schizzi che mostrano la sua mano sinistra al lavoro. Come mancino, questo stile di scrittura a specchio gli avrebbe impedito di sbavare l’inchiostro mentre scriveva.”

O Leonardo potrebbe aver sviluppato la sua “scrittura a specchio” per paura, un’ipotesi riconosciuta anche dai libri per giovani lettori: “Per tutta la sua vita, era preoccupato della possibilità che altri rubassero le sue idee”, scrive Rachel A. Koestler-Grack in Leonardo Da Vinci: Artist, Inventor, and Renaissance Man. “Le osservazioni nei suoi quaderni erano scritte in modo tale che potevano essere lette solo tenendo i libri davanti a uno specchio”. Il blog Walker’s Chapters fa una controargomentazione rappresentativa: “Pensate davvero che un uomo intelligente come Leonardo abbia pensato che fosse un buon modo per impedire alla gente di leggere i suoi appunti? Quest’uomo, questo genio, se avesse voluto veramente rendere i suoi appunti leggibili solo a se stesso, avrebbe inventato un linguaggio completamente nuovo per questo scopo. Stiamo parlando di un tizio che ha concettualizzato i paracadute prima ancora che gli elicotteri fossero una cosa.”

Forse il pezzo più visto della scrittura speculare di Leonardo sono i suoi appunti sull’Uomo Vitruviano (un pezzo del quale appare all’inizio del post), il suo famosissimo disegno che adatta le proporzioni del corpo umano alla geometria di un cerchio e di un quadrato (e la cui elegante matematica abbiamo presentato la settimana scorsa). Molti esempi di scrittura speculare esistono dopo Leonardo, dal trattato sul colore del suo connazionale Matteo Zaccolini del XVII secolo alla calligrafia dell’Impero Ottomano del XVIII e XIX secolo fino alla parte anteriore delle ambulanze di oggi. Ognuno di questi ha la sua funzione, ma ci si chiede se una mente curiosa come quella di Leonardo vorrebbe scrivere al contrario semplicemente per la gioia di padroneggiare e usare un’abilità, qualsiasi abilità, per quanto possa sconcertare gli altri – o addirittura, perché potrebbe sconcertare loro.

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Con sede a Seoul, Colin Marshall scrive e trasmette su città e cultura. I suoi progetti includono il libro The Stateless City: a Walk through 21st-Century Los Angeles e la serie di video The City in Cinema. Seguilo su Twitter a @colinmarshall o su Facebook.

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