Mahavira

Mahavira

Mahavira

Mahavira è considerato l’uomo che ha dato al giainismo la sua forma attuale; anche se questo è vero solo in senso lato. A volte viene erroneamente chiamato “il fondatore del giainismo”.

Mahavira, considerato l’uomo che ha dato al giainismo la sua forma attuale ©

Mahavira è solo il tirthankara più recente di questo mondo (e sarà l’ultimo in questa epoca). Può essere più utile pensare a lui come un riformatore e divulgatore di un antico stile di vita piuttosto che come il fondatore di una fede.

Vita precoce di Mahavira

Mahavira nacque originariamente come Vardhamana nel nord est dell’India nel 599 a.C. (questa è la data tradizionale ma alcuni studiosi moderni preferiscono il 540 a.C., o anche più tardi).

Era un principe, figlio del re Siddhartha e della regina Trishala, che erano membri della casta degli kshatriya (guerrieri) e seguaci degli insegnamenti di Parshva.

Mahavira diventa un asceta

Quando il principe Vardhamana raggiunse i trent’anni, non molto tempo dopo la morte di entrambi i suoi genitori, lasciò il palazzo reale per vivere la vita di un asceta, o un sadhana (uno che rinuncia a tutti i piaceri e le comodità del mondo).

Per dodici anni e mezzo si sottopose a periodi estremamente lunghi e faticosi di digiuno e meditazione.

Alla fine i suoi sforzi diedero i loro frutti, e Vardhamana raggiunse il Kevalnyan, l’illuminazione, e quindi fu chiamato più tardi Mahavira (il nome deriva da maha, grande, e vira, eroe).

Mahavira il maestro

Da quel giorno in poi Mahavira insegnò il sentiero che aveva scoperto ad altri ricercatori. La sua carriera di insegnante durò fino alla sua morte fisica nel 527 a.C. (secondo i testi Svetambara), quando aveva 72 anni. Dopo un ultimo periodo di digiuno intenso raggiunse il moksha, la liberazione finale da tutte le rinascite.

Mahavira aggiunse il principio della castità ai quattro principi giainisti già dati da Parshva (niente violenza, niente bugie, niente furti, niente possesso).

Secondo la tradizione Mahavira avrebbe fondato una comunità di 14.000 monaci e 36.000 monache prima di morire.

Ma certamente creò una grande e fedele comunità monastica/ascetica/mendicante ispirata al suo insegnamento. Uno dei suoi immediati discepoli, Jambu, fu l’ultima persona in quest’epoca a raggiungere l’illuminazione.

Nei secoli successivi la comunità Jainista crebbe e si diffuse nelle zone centrali e occidentali dell’India.

Il giainismo cominciò a perdere forza con la crescita dell’induismo nella prima parte dell’ultimo millennio, e alla metà del XIX secolo era seriamente indebolito.

Il giainismo fu ravvivato nel XIX secolo da alcuni riformatori Svetambara, in particolare Atmaramji (1837-96). Nel 20° secolo il movimento Digambara fu rivitalizzato dall’opera di Acarya Shantisagar.

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