Pochi giorni prima del Natale del 1898, Pierre Curie scarabocchiò la parola ‘radio’ nel suo quaderno come nome per un nuovo elemento che lui e sua moglie Marie avevano portato faticosamente alla luce nel loro sgangherato laboratorio di Parigi. Il radio è un elemento metallico bianco brillante, luminescente, raro e altamente radioattivo. Il nome deriva dalla parola latina radius, che significa “raggio”. Il quaderno in cui il nome appare per la prima volta è ancora altamente radioattivo e pericoloso.
Pierre Curie era figlio di un medico parigino, nato nel 1859, che studiò alla Sorbona e nel 1882 fu nominato capo del laboratorio della Scuola di Fisica e Chimica di Parigi. Marie Curie era polacca, nata a Varsavia come Maria Sklodowska nel 1867, figlia di un insegnante di matematica e fisica. Prodigiosamente brillante e dedicata, andò a Parigi nel 1891 per studiare scienze e vivere in una soffitta del Quartiere Latino con tè, pane e burro. Incontra Pierre, si innamorano e si sposano nel 1895, quando lei ha ventisette anni e lui trentasei. Fu un’unione felice di due persone assorbite dalla scienza e l’una dall’altra.
Marie iniziò a lavorare in un magazzino al piano terra della scuola di fisica e chimica dove Pierre insegnava. Aveva muri di mattoni, una o due sedie sgangherate e qualche tavolo da lavoro in legno. Avevano costruito la loro camera di ionizzazione con casse di legno per la spesa. Marie sedeva ad uno dei tavoli da lavoro con un apparato fragile di aste, cilindri e fili. Il 17 febbraio 1898, testò un campione di pechblenda nera pesante (un minerale naturale contenente uranio) che trovò emettere una radiazione inaspettatamente forte. Suo marito, che nel frattempo era stato rifiutato per una cattedra alla Sorbona, si unì a lei per continuare gli esperimenti in cui i Curie gettarono le basi della fisica nucleare. A luglio avevano scoperto un elemento che battezzarono “polonio” in omaggio alla patria polacca di Marie (Marie coniò anche l’infausto termine “radioattività”).
Il polonio, tuttavia, non spiegava tutta la radiazione della pechblenda. Dopo una vacanza estiva in Auvergne, in bicicletta e giocando con la loro bambina Irène, i Curie tornarono al loro esperimento. Annunciarono la loro scoperta del radio in un documento letto all’Accademia Francese delle Scienze il 26 dicembre 1898, che informava quell’augusto corpo di ‘una nuova sostanza fortemente radioattiva contenuta nella pechblenda’.
L’unità di radioattività fu infine chiamata ‘curie’ in onore di Pierre, che fu tragicamente ucciso in un incidente stradale a Parigi nel 1906, quando aveva solo quarantasei anni. Marie continuò a lavorare, e la famiglia Curie accumulò premi Nobel nelle quantità più sorprendenti. Pierre e Marie avevano vinto il premio per la fisica nel 1903 insieme a Henri Becquerel. Marie vinse il premio Nobel per la chimica da sola nel 1911 (è ancora l’unica persona ad aver ricevuto i premi sia per la fisica che per la chimica). La loro figlia Irène sposò il fisico francese Frederic Joliot e lei e suo marito vinsero il premio Nobel per la chimica nel 1935 per la loro scoperta che la radioattività poteva essere prodotta artificialmente in laboratorio. L’anno prima, Marie Curie era morta, all’età di sessantasei anni, di leucemia causata dalle radiazioni.