Guerre persiane

Guerre persiane, 500 a.C. – 449 a.C., serie di conflitti combattuti tra gli stati greci e l’impero persiano. Gli scritti di Erodoto, nato nel 484 a.C. circa, sono la grande fonte di conoscenza della storia delle guerre. Al loro inizio l’impero persiano di Dario I comprendeva tutta l’Asia occidentale e l’Egitto. Sulla costa dell’Asia Minore c’erano alcune città-stato greche, e queste si rivoltarono (c.500) contro il governo dispotico di Dario. Atene ed Eretria in Eubea (ora vvoia) diedero un po’ di aiuto alle città ioniche, ma non abbastanza, e furono sottomesse (494) dai Persiani. Dario decise di punire Atene ed Eretria e di aggiungere la Grecia al suo vasto impero. Nel 492 una spedizione persiana comandata da Mardonio conquistò la Tracia e la Macedonia, ma la sua flotta fu danneggiata da una tempesta.

Una seconda spedizione, comandata da Artaferne e Datis, distrusse (490) Eretria e poi procedette contro Atene. I Persiani si accamparono a 20 miglia (32 km) dalla città, sulla pianura costiera di Maratona. Qui furono attaccati e decisamente sconfitti (settembre) dall’esercito ateniese di 10.000 uomini aiutati da 1.000 uomini da Plataea. Gli ateniesi erano pesantemente in inferiorità numerica, ma combatterono sotto Milziade, la cui strategia vinse la battaglia. Avevano cercato l’aiuto di Sparta, attraverso il corriere ateniese Fidippide, che coprì la distanza (circa 150 miglia; 241 km) da Atene a Sparta in due giorni. Le forze spartane, tuttavia, non riuscirono a raggiungere Maratona fino al giorno dopo la battaglia.

I Persiani non continuarono la guerra, ma Dario iniziò subito i preparativi per una terza spedizione così potente che la sopraffazione della Grecia sarebbe stata certa. Morì (486) prima che i suoi preparativi fossero completati, ma furono continuati da Serse I, suo figlio e successore. Gli ateniesi furono convinti dal loro capo Temistocle a rafforzare la loro marina. Nel 480 Serse raggiunse la Grecia con un esercito e una marina formidabili e con un notevole sostegno tra i greci. La rotta delle forze di terra persiane passava attraverso lo stretto passo delle Termopili. Il passo era difeso dallo spartano Leonida; il suo piccolo esercito trattenne i persiani ma alla fine fu intrappolato da un distaccamento persiano; il contingente spartano scelse di morire combattendo nel passo piuttosto che fuggire. Gli ateniesi si affidarono alla loro marina e fecero pochi sforzi per difendere la loro città, che fu presa (480) dai persiani.

Poco dopo la flotta persiana fu schiacciata nello stretto al largo dell’isola di Salamina da una forza greca. La vittoria greca fu aiutata dalla strategia di Temistocle. Serse tornò in Persia ma lasciò una forza militare in Grecia sotto il suo generale Mardonio. La sconfitta di questo esercito nel 479 a Plataea vicino a Tebe (oggi Thvai) da parte di un esercito greco sotto lo spartano Pausania (con Aristide al comando degli ateniesi) e una vittoria navale greca a Micale sulla costa dell’Asia Minore pose fine a ogni pericolo di invasioni persiane in Europa. Durante il restante periodo delle guerre persiane i greci nelle isole dell’Egeo e in Asia Minore, sotto la guida ateniese (vedi Lega di Delo) rafforzarono la loro posizione senza cercare la conquista.

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