“Sondaggio dopo sondaggio ha dimostrato che il desiderio di beni materiali, che è aumentato di pari passo con il reddito medio, è un soppressore della felicità.”–MSNBC news article1
“Una cosa che insegno: la sofferenza e la fine della sofferenza. È solo la malattia e la cessazione della malattia che io proclamo.”–Il Buddha2
Nel buddismo, lo scopo principale della vita è porre fine alla sofferenza. Il Buddha ha insegnato che gli esseri umani soffrono perché ci sforziamo continuamente di ottenere cose che non danno una felicità duratura. Cerchiamo disperatamente di aggrapparci a cose – amici, salute, cose materiali – che non durano, e questo causa sofferenza.
Il Buddha non negava che ci sono cose nella vita che danno gioia, ma sottolineava che nessuna di esse dura e il nostro attaccamento ad esse causa solo più sofferenza. I suoi insegnamenti erano incentrati interamente su questo problema e sulla sua soluzione.
Il buddismo insegna l’importanza di riconoscere l’impermanenza di tutte le cose e di liberarsi dall’attaccamento ad esse. Questo diminuirà la sofferenza e alla fine porrà fine al ciclo delle rinascite. Questi insegnamenti sono espressi in modo più conciso nelle Quattro Nobili Verità e nel Nobile Ottuplice Sentiero, che insieme formano il fondamento del credo per tutti i rami del buddismo.
Il monachesimo come via per l’illuminazione
In vista sia dell’importanza che della difficoltà di realizzare il Nobile Ottuplice Sentiero, il Buddha e i primi buddisti sostennero la vita monastica come la via più sicura per l’illuminazione. Questa rimane la prospettiva di oggi in quello che è conosciuto come Buddismo Theravada, che predomina nel sud-est asiatico.
Nel Buddismo Theravada, c’è certamente spazio per i laici di partecipare al Buddismo, ma si pensa generalmente che essi debbano rinascere come monaci o monache prima di poter raggiungere l’illuminazione. Così lo scopo della vita per i laici buddisti è quello di guadagnare meriti (karma buono) sostenendo i monaci e facendo altre buone azioni, nella speranza che la prossima vita sia favorevole all’ottenimento dell’illuminazione.
I percorsi verso l’illuminazione nel Buddismo Mahayana
In pochi secoli dalla morte del Buddha, iniziò a svilupparsi una nuova prospettiva sul percorso verso l’illuminazione. Questo movimento si chiamò Mahayana, “Il Veicolo Maggiore”, perché aprì la via dell’illuminazione a più persone. Secondo il buddismo Mahayana, anche coloro che avevano una famiglia e una carriera secolare potevano raggiungere l’illuminazione e porre fine al ciclo delle rinascite – non avevano bisogno di sperare di rinascere come monaci o suore nella prossima vita. Il Mahayana forniva anche percorsi più veloci verso l’illuminazione rispetto al Theravada, rendendo possibile raggiungere l’obiettivo in una sola vita.
Quando si diffuse dall’India al nord e attraverso l’Asia, il Buddhismo Mahayana si divise in diverse scuole, ognuna con una visione diversa sul percorso verso l’illuminazione. Ma il tema comune a tutte le forme di Buddhismo Mahayana continua ad essere che chiunque può raggiungere l’obiettivo in questa vita, e ci sono scorciatoie per l’austera vita monastica prescritta dai Theravadani.
Tra le maggiori scuole Mahayana ancora oggi fiorenti ci sono lo Zen, la Terra Pura e il Buddhismo Nichiren. Le prime due hanno avuto origine in Cina prima di diventare influenti in Giappone, e Nichiren ha avuto origine in Giappone. Zen/Ch’an significa “Meditazione” e insegna che l’illuminazione può essere raggiunta attraverso la meditazione che porta a un grande momento di comprensione. La Terra Pura è il ramo più devozionale del buddismo e sostiene che basta invocare con fede il nome di Amitbha Buddha per rinascere nella paradisiaca “Terra Pura”, in cui si gode di un piacevole paradiso e si raggiunge facilmente l’illuminazione.
Il buddismo Nichiren è incentrato sul Sutra del Loto, una scrittura Mahayana. Nichiren (un maestro giapponese del XIII secolo) ha insegnato che se si recita semplicemente “Omaggio al Sutra del Loto della Legge meravigliosa” (Namu myoho renge kyo) con fede, tutti i propri desideri spirituali e mondani saranno soddisfatti.2
Percorsi per l’illuminazione nel Buddhismo Vajrayana (tantrico)
Il Vajrayana è una forma esoterica di Buddhismo che potrebbe essere iniziata già nel II o IV secolo d.C. in India e nello Sri Lanka, ma che ora è più dominante in Tibet. Il Buddismo Vajrayana sottolinea che tutti gli opposti apparenti sono in realtà uno, e l’illuminazione sta nel riconoscere pienamente questo fatto attraverso la contemplazione, lo yoga e altri mezzi rituali. Il cammino verso l’illuminazione è percorso con l’assistenza di una divinità personale, che viene assegnata da un guru. Si crede che posture speciali, mantra e icone aiutino il praticante a identificarsi con questa divinità e a raggiungere l’illuminazione.3
1: Citato in F.L. Woodward, Some Sayings of the Buddha, 283.2: Jonathan Landlaw, Buddhism for Dummies, 99-108.3: “Buddhism”. Encyclopædia Britannica (Encyclopædia Britannica Premium Service, 2004).